Firenze 1944. Il filosofo Giovanni Gentile vive in una villa fuori dalla città occupata dai nazisti. La sua adesione alla Repubblica Sociale e l’accettazione della presidenza della Reale Accademia d’Italia hanno allontanato da lui colleghi e studenti che in precedenza ne condividevano la ricerca filosofica. Ora però i fronti sono contrapposti e sembra non esserci più spazio per le mediazioni.
Scheda critica da CINEBLOG:
L’ospite: Giovanni Gentile e il dramma dell’identità al cinema
Il dramma dell’identità del filosofo Giovanni Gentile e della nostra nazione torna nella Firenze del 1944 e al cinema con L’Ospite di Ugo Rosi
Il filosofo italiano Giovanni Gentile scrive queste parole nel gennaio del 1944, poco tempo prima di essere ucciso, Ugo Frosi le ricorda con il viaggio nel tempo che si prepara a portare sul grande schermo dirigendo il suo primo lungometraggio.
“L’ospite” torna nell’aprile 1944 e la Firenze occupata dei tedeschi, mentre tutta l’Italia è teatro di una guerra civile che si scontra con nazisti ed alleati, e Giovanni Gentile, nominato da Mussolini presidente dell’Accademia d’Italia, a Firenze, vive isolato nella sua villa alle pendici della collina di Fiesole.
Il suo Gentile, interpretato da Amerigo Fontani, si fa portatore di una politica di pacificazione nazionale che scatena l’aperta ostilità di tutte le parti in gioco (fascisti, partigiani e alleati) e un ultimo, disperato, tentativo di riconciliazione, decide di avvicinare il suo giovane ex-studente Cesare, interpretato da Luca Guastini, passato alla Resistenza e in contatto con Michael, ufficiale dei servizi segreti alleati.La stessa Regione che si prepara ad ospitare la prima del film, alle ore 21:00 di mercoledì 15 aprile 2015, al cinema Colonna di Firenze, con il regista e il cast.
Il cast artistico che conta anche, Sonia Coppoli (Teresa), Alessio Sardelli (Delio), Marcellina (Erminia), Gianluca Brundo (Prefetto), Paolo Giommarelli (Benedetto), Sebastiano Colla (Pavolini), Michele Pagliai (Walter), Giacomo Dominici (attendente), Carlo Ciappi (Dollmann), Annamaria Iacopini (Anna) e Federico Loddo (Bruno).
Curiosità
Sul set erano presenti gli occhiali e la custodia originali di Giovanni Gentile, ma non sono stati usati in scena.
“In quei giorni drammatici di guerra, l’ostilità dei suoi amici e allievi lo costringe ad un silenzio che diventa ultima occasione di riflessione sulla vita, sul senso dell’esistenza.
Ciò che mi ha interessato in questa vicenda che ha i toni di una tragedia scespiriana è stata la possibilità di indagare cosa nascondono le nostre scelte, le nostre decisioni quando ogni certezza quotidiana svanisce e improvvisamente dobbiamo fare i conti con noi stessi, in un corpo a corpo furioso con i nostri ricordi, i nostri incubi, la nostra coscienza.
Dramma dell’identità, storia privata, che qui però coincide con la storia rimossa di una nazione.” Ugo Frosi