Locandina Into the woods

Into the woods

Un film di Rob Marshall - Con Meryl Streep, Emily Blunt, James Corden, Anna Kendrick, Chris Pine.
Titolo originale id. Fantasy/Musical, durata 125 min., colore - USA, 2014 - Walt Disney
Al momento non in programmazione

In un regno lontano e ai margini di un bosco c’è un piccolo villaggio, dove tutti desiderano qualcosa che cambi la loro vita per sempre: Cenerentola sogna il ballo a corte, Jack una mucca che dia latte, Baker e consorte un bambino da allevare. Rassegnati a giorni sempre uguali, sarà la magia a esaudirli. Incarnata negli stracci di una vecchia strega astiosa, che ha perso da troppo tempo la bellezza dello spirito e del sembiante, la magia interviene a muovere e a cambiare i destini ordinari dei desideranti. Per ottenere quello che ha perduto la strega ha bisogno di una scarpetta d’oro, un capello color del grano, un mantello rosso e una mucca bianca. In cambio di un figlio i Baker, che scoprono la ‘sterilità’ opera di un sortilegio della strega, si mettono a caccia dei preziosi oggetti e infilano la strada del bosco, dove incroceranno le storie di Cenerentola in fuga dal principe, di Raperonzolo che vorrebbe fuggire col suo principe, di Cappuccetto Rosso ingollato dal lupo e di Jack arrampicato su un enorme pianta di fagioli.
“I sogni son desideri di felicità” certo ma qualche volta bisogna stare attenti a quello che si desidera e a quanto lo si desidera. Parola di James Lapine e Stephen Sondheim che nel 1987 scrivono e mettono in note “Into the Woods”, un musical che combina quattro favole celebri (Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Raperonzolo, Jack e la pianta di fagioli) con i capricci di una strega senza bellezza e le speranze di una coppia di fornai senza figli. L’appuntamento è per tutti nel bosco, dove da sempre si svolgono le favole e si addentrano i loro personaggi, imbattendosi in inganni o sorprese. Luogo dominato da forze irrazionali, il bosco del titolo è lo spazio sacro del viaggio iniziatico, la scenografia della traversata, il passaggio da uno stato di incoscienza a uno di maggiore consapevolezza. E all’ombra dei suoi alberi e lungo sentieri poco tracciati, Rob Marshall incontra i protagonisti con l’incerto, con quello che hanno tanto desiderato o creduto di desiderare. Perché Into the Woods è un’allegoria della vita, delle sue attese, quelle deluse e quelle compiute, delle sue nobiltà, dei suoi cinismi, dei sacrifici o delle meschinità impersonate a turno da principi, principesse, fornai, paesane, sguattere e contadini. Tutti si perdono, poi si ritrovano e di nuovo si fuggono, desiderando fuori misura e inseguendo ossessivi il proprio piccolo tesoro. Le conseguenze non tarderanno a ‘piombare’ letteralmente dal cielo, precipitando regno, regnanti e sudditi nell’oscurità.
Da questo preciso momento il film di Marshall, che non riesce a equilibrare le due anime che lo compongono, diventa oggetto altro e inquieto. Se la prima parte, convenzionale e cinguettante, svolge alla lettera le fiabe popolari di Perrault e dei Grimm, la seconda spezza gli amori felici (e contenti), abbandona i figli, rivolta le figlie, improvvisa le famiglie. Dentro al bosco, abbattuto da una gigantessa in cerca di vendetta, la partitura complessa di Sondheim conserva tutta la sua audacia virando il décor incantato della foresta in incubo e rivelando la coppia fedifraga Emily Blunt e Chris Pine (“Any Moment”). Fornaia e principe producono l’incantesimo e infrangono la morale (della favola) con uno, due e tre baci che precipitano Mrs. Baker in un dirupo e condannano Mr. charmant all’inappagamento a cavallo.
Eludendo il vizio diffuso di psicanalizzare le fiabe, Into the Woods mantiene le intenzioni di Lapine e Sondheim, che lo avevano concepito come un racconto iniziatico, che confronta i personaggi delle fiabe col principio di realtà, la favola che ci raccontiamo col mondo reale. Malgrado la Disney e la sua vocazione a edulcorare, il musical di Marshall è esplicito e sincero ‘coi bambini’. Bisogna fare attenzione a quello che si dice, canta “Children Will Listen”, perché i bambini lo ascolteranno e lo ricorderanno quando saranno da soli nel bosco tra lupi, uomini e giganti.
Giunti alla fine del sentiero rimane da dire che non è necessario amare Broadway per apprezzare Into the Woods, è sufficiente non mettere limiti alla fantasia, sconfiggere il lupo monotono di Johnny Depp, amare il principe e il principio azzurro di Chris Pine, avere l’appetito famelico di Cappuccetto Rosso e l’istinto alla fuga di Cenerentola, desiderare troppo come le sorellastre ed essere eternamente insoddisfatti come streghe e matrigne. In breve essere umani, troppo umani. Soli comunque non saremo mai, lo dice anche la canzone (“No One Is Alone”), indicando(ci) la via per uscire dalla selva oscura che ci ha smarriti.