Locandina Pan

Pan

Un film di Joe Wright - Con Cara Delevingne, Amanda Seyfried, Hugh Jackman, Rooney Mara, Garrett Hedlund.
Titolo originale id. Avventura, durata 110 min., colore - USA, 2015 - Warner Bros.
Al momento non in programmazione

Nei pressi dei giardini di Kensington, una donna abbandona il suo neonato sulla soglia di un orfanotrofio. Al collo gli mette una catenina che ha per ciondolo un flauto di Pan e nella cestina una lettera in cui promette che si rivedranno “in questo mondo e in un altro”. Per dodici anni, però, il piccolo Peter non vede altro che la brutta faccia della suora superiore che gestisce la casa degli orfani come una prigione, finché una notte, nel bel mezzo dei bombardamenti aerei, non viene rapito dai Pirati di Barbanera e costretto ad un’altra prigionia nelle sue miniere di polvere di fata, sull’Isola Che Non C’è. Sarà grazie al suo compagno di sventura James Uncino e poi alla guerriera ribelle Giglio Tigrato che Peter troverà il coraggio di combattere Barbanera e di accettare il suo speciale destino.
“A sbagliare le storie” siamo autorizzati tutti. Lo facciamo fin da piccoli alla luce del sole e proseguiamo da adulti quando è l’ora notturna dei sogni. All’inizio del testo originale di J. M. Barrie, un attimo prima di presentare Peter Pan, il narratore parla esattamente di questo, ovvero di come lui e il figlio David facciano lievitare lo spunto di partenza: “prima io racconto la storia a lui, e dopo lui rifà il racconto a me, colla differenza che non è più la stessa storia; e allora io torno a raccontarla ancora a lui colle sue addizioni e varianti, e così si va innanzi finché nessuno può più dire se la storia è mia oppure sua”. Curiosa premonizione, in fondo, se si pensa che forse nessuna storia moderna si è spinta così in là rispetto alle righe di partenza, grazie alla fantasia di sceneggiatori e animatori, fino alla seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.
Il film di Joe Wright si presenta come il prodotto dell’apoteosi di questo metodo creativo ma anche come il suo punto di non ritorno. Alla fine di Pan saremo stati dappertutto – nella Londra di Dickens e nel mar dei Caraibi di Bruckheimer, al fianco di Han Solo e della Principessa Leila (Uncino e Giglio Tigrato), all’Opera cinese (con Rooney Mara, perfetta) e nel regno scientifico dei cristalli, nell’arena degli Hunger Games (con Hugh “Barbanera” Jackman, la nota più debole del film), tra gli anelli di Saturno e tra le Sirene in sensuale girotondo – e a quel punto, Peter Pan si sarà anche trovato ma noi ci saremo certamente persi.
Che fine ha fatto la storia del “bambino che sapeva volare”? C’è e funziona (funziona sempre, è un classico mica per niente), ma è sepolta sotto una caterva di invenzioni narrative e visive che, prese singolarmente, affascinano di certo, ma, accumulate l’una sull’altra, ben presto sfiniscono e vien voglia di scappare da Neverland, come sarebbe giusto e filologico fare, ma qui no, quello no, perché non si sa mai, le storie sono manipolabili all’infinito e la possibilità del sequel sempre dietro la porta.