Locandina Superfast, Superfurious

Superfast, Superfurious

Un film di Jason Friedberg, Aaron Seltzer - Con Alex Ashbaugh, Dale Pavinski, Lili Mirojnick, Andrea Navedo, Omar Chaparro.
Titolo originale Superfast. Commedia, durata 100 min., colore - USA, 2015 - Lucky Red
Al momento non in programmazione

L
ucas White è un poliziotto infiltrato nel giro delle corse clandestine: ha messo gli occhi su Vin Serento (in italiano tradotto con Torello), per poter arrivare a incastrare il boss Juan Calos de la Sol. Tra Lucas e Vin nasce una sincera amicizia e i due uniranno le proprie forze contro le gang e la polizia che li inseguono senza mai raggiungerli.
L’esposizione al ridicolo di un franchise come Fast and Furious è insita nello spirito stesso dell’operazione. Una serie di film basata sull’eccesso e sull’ostentazione di muscoli, cromature e curve femminili è destinata fatalmente a generare parodie che possano ricamarci su, tra una strizzata d’occhio e l’altra alla matrice originaria. E così, con una puntualità da ragionieri, ecco arrivare la premiata ditta Friedberg & Seltzer (Epic Movie, 3ciento) con Superfast, Superfurious, uno spoof che fa quasi da volano per il settimo episodio della serie, il fatidico capitolo postumo con le ultime gesta su grande schermo di Paul Walker.
Una produzione girata in fretta e sceneggiata ancor più approssimativamente, con un budget da Z-movie, forse proprio per arrivare in tempo per la coincidenza con l’evento di FF7: una realizzazione così evidentemente raffazzonata da poter quasi meritare la firma di Alan Smithee. Il fatto che Jason Friedberg e Aaron Seltzer appongano i propri nomi in calce all’opera dimostra il loro (coraggioso?) disinteresse nel tutelare una qualsivoglia forma di reputazione autoriale, che probabilmente non si costruiranno mai, nemmeno in un’epoca di sdoganamento coatto di tutto ciò che sia trash.
Come e più che nelle precedenti parodie del duo, la fonte di ispirazione principale è la tecnica della ZAZ, ossia Zucker-Abrahams-Zucker, e in particolare de Una pallottola spuntata, madre di ogni spoof su polizieschi e action movie. Inventarsi nuove situazioni comiche su temi usurati come l’incapacità dei poliziotti o il nonsense dei loro rituali, sulle sagome tracciate in caso di omicidio o gli scarsi stipendi di fronte a una prospettiva di corruzione è un compito impossibile, che richiede una vis comica di livello troppo superiore rispetto alle capacità di Friedberg e Seltzer. Che infatti preferiscono adeguarsi al canone e riproporre per chi ha scarsa memoria, così come per le gag metacinematografiche sulla prevedibilità della colonna sonora o del casting dei film di genere, che prevede la presenza obbligata di un Rapper Cameo, un Asiatico Fico e una Modella Aspirante Attrice. Il paradosso è che l’inquadratura della modella, usata per ridicolizzare le scelte di sceneggiatura degli action, finisca per tornare nel film tante, troppe volte, in un riciclo continuo: sottile ironia sul riutilizzo insensato degli stessi stilemi o spia rossa di budget terminato? Difficile propendere per la prima ipotesi, anche per il più inguaribile degli ottimisti.
Nel mare magnum di stanche riproposizioni l’unico tema che presenta una blanda forma di originalità e attualità riguarda i social network e il loro utilizzo insensato, ideale per ridicolizzare i villain del film. Ma anche per il target più accondiscendente resta molto meno del minimo richiesto per attribuire una qualunque forma di interesse alla più inutile delle parodie fin qui realizzate su un franchise di successo.
Il film è uscito in Italia in prima mondiale, un mese prima del suo debutto negli Stati Uniti.