L’ Ospite di Ugo Frosi al Cinema Caporali. Amerigo Fontani in sala

Castiglione del Lago, 03/06/2015 (evento concluso)

Nel quadro delle celebrazioni del 70esimo della Liberazione il Cinema Caporali di Castiglione del Lago MERCOLEDÌ 3 GIUGNO alle ore 21.00 propone la serata evento con la presentazione del film indipendente L’ OSPITE di Ugo Frosi.

Il film racconta il dramma dell’identità del filosofo Giovanni Gentile e della nostra nazione nella Firenze del 1944.

Presenti in sala per parlare del film, oltre al produttore e al regista, una ricca rappresentanza del cast tra cui spicca l’attore fiorentino Amerigo Fontani, protagonista dell’opera nei panni del filosofo Giovanni Gentile e conosciuto al grande pubblico per le sue interpretazioni al cinema nel film “La vita è bella” di Roberto Benigni e in tv, nel serial  Centovetrine.

Scheda del film da Cineblog

Il filosofo italiano Giovanni Gentile scrive queste parole nel gennaio del 1944, poco tempo prima di essere ucciso, Ugo Frosi le ricorda con il viaggio nel tempo che si prepara a portare sul grande schermo dirigendo il suo primo lungometraggio.

“L’ospite” torna nell’aprile 1944 e la Firenze occupata dei tedeschi, mentre tutta l’Italia è teatro di una guerra civile che si scontra con nazisti ed alleati, e Giovanni Gentile, nominato da Mussolini presidente dell’Accademia d’Italia, a Firenze, vive isolato nella sua villa alle pendici della collina di Fiesole.

Il suo Gentile, interpretato da Amerigo Fontani, si fa portatore di una politica di pacificazione nazionale che scatena l’aperta ostilità di tutte le parti in gioco (fascisti, partigiani e alleati) e un ultimo, disperato, tentativo di riconciliazione, decide di avvicinare il suo giovane ex-studente Cesare, interpretato da Luca Guastini, passato alla Resistenza e in contatto con Michael, ufficiale dei servizi segreti alleati.

“In quei giorni drammatici di guerra, l’ostilità dei suoi amici e allievi lo costringe ad un silenzio che diventa ultima occasione di riflessione sulla vita, sul senso dell’esistenza.

Ciò che mi ha interessato in questa vicenda che ha i toni di una tragedia scespiriana è stata la possibilità di indagare cosa nascondono le nostre scelte, le nostre decisioni quando ogni certezza quotidiana svanisce e improvvisamente dobbiamo fare i conti con noi stessi, in un corpo a corpo furioso con i nostri ricordi, i nostri incubi, la nostra coscienza.

Dramma dell’identità, storia privata, che qui però coincide con la storia rimossa di una nazione.” Ugo Frosi